Scuola e cultura: un antidoto contro la criminalità organizzata


Il 13 febbraio  presso l’Aula Magna del nostro Istituto, gli studenti delle classi IV hanno vissuto una giornata dedicata alla legalità.

L’incontro, organizzato dalla Commissione per la legalità e presieduto dalla dirigente dott.ssa Lucia Scolaro aveva lo scopo di creare un’occasione di riflessione e sensibilizzazione per gli studenti al fenomeno della criminalità organizzata e delle mafie.

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In apertura la dott.ssa Lucia Scolaro ha evidenziato l’importanza di questo incontro, in quanto la scuola, luogo privilegiato di cultura e conoscenza, sempre tende e si impegna a promuovere una cultura centrata sulla legalità.

Attraverso gli interventi dei relatori sono state messe in luce in maniera chiara e performante le cause e gli effetti che le organizzazioni criminali e le mafie procurano nella nostra società; l’impegno dello Stato e delle istituzioni per combatterle e cosa possiamo fare tutti noi per costruire insieme un mondo migliore.

Il prof. Armando Trazzi, referente della commissione legalità, ha sottolineato l’importanza della decisione del nostro Istituto di aderire alla rete di scuole istituite dal MIUR per la Regione Lombardia, che ha regolato un centro di promozione alla legalità. Il centro, afferma Trazzi, è attivo su due linee principali: il contrasto alla corruzione attraverso una riflessione etica e il contrasto alla criminalità organizzata. Trazzi ricorda altre iniziative importanti, quali la partecipazione della Commissione Legalità alla giornata per le vittime innocenti di Mafia a Mantova e agli Stati generali dell’ Educazione alla Legalità organizzati ogni anno a Milano. Il referente presenta i due relatori dell’incontro: il Presidente  della Consulta Territoriale per la Legalità della Provincia di Mantova, Azzolino Ronconi e il vice comandante dei Carabinieri di Ostiglia, il maresciallo Domenico Sblendorio.

 

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Azzolino Ronconi ha introdotto l’argomento ricordando la presenza invasiva e prepotente della n’drangheta nei territori mantovani e quanto stupore e incredulità questa abbia portato alla gente e al territorio; Ronconi ha in seguito illustrato le radici storiche e lo sviluppo del fenomeno mafioso nonché degli effetti dello stesso nell’ambito dell’economia e della finanza. Il membro dell’Associazione Libera di Mantova, ha ricordato anche il giovane Peppino Impastato che pur provenendo da famiglie di mafiosi, ha sentito dentro di sè la missione di combattere a viso scoperto la mafia: scelta che gli è costata la vita per decisione di Tano Badalamenti boss di Cinisi che ha deciso il suo omicidio. Ha poi descritto brevemente le figure e l’operato dei magistrati Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino quali alti esempi di come si possa fare qualcosa per la nostra società.

Molto interessante anche l’intervento del maresciallo Domenico Sblendorio che ha introdotto il suo intervento spiegando l’art. 416bis del Codice Penale che definisce metodo e finalità delle associazioni di tipo mafioso: fulcro della norma è il metodo mafioso, la cui caratteristica consiste  nella forza intimidatrice del vincolo associativo, da cui conseguono condizioni di assoggettamento e di omertà, che ostacolano le stesse istituzioni anche in luoghi vicini a noi e nella stessa Ostiglia. E’ quindi necessario, conclude il maresciallo, vincere le mura di omertà e collaborare con le forze dell’ordine e soprattutto non isolarsi ma chiedere aiuto a qualcuno che possa aiutarci, nel caso ci succeda di trovarci in queste situazioni.

Azzolino Ronconi, con voce forte ha voluto lasciare ai giovani un monito, quasi un inno ai valori, alla libertà, alla vita attraverso la lettura del saluto di “nonno” Nino Caponnetto:

«Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici, ma diventate partigiani di questa nuova resistenza. La resistenza dei valori, la resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare, di agire da donne e uomini liberi e consapevoli. E state attenti, siate vigili, siate sentinelle di voi stessi, l’avvenire è nelle vostre mani e quindi rifiutate i compromessi, siate intransigenti sui valori, convincete chi sbaglia, rifiutate il metodo del saperci fare, questo metodo tanto italiano della giustizia e non chiedete mai favori o raccomandazioni, la Costituzione e la Legge vi accordano dei diritti, sappiateli esigere, chiedeteli, esigeteli con fermezza, con dignità, senza mai piegare la schiena, senza mai abbassarvi al più forte, al politico di turno, dovete esigerli… e abbiate sempre rispetto della vostra dignità e difendetela sempre!».

A conclusione l’ultima parola è della dirigente ai ragazzi, una parola che vuole essere non solo raccomandazione ma anche speranza:

«vorrei che risalendo le scale, cominciaste a mettere in pratica il rispetto per l’altro, perché questo è il primo modo per combattere le mafie».